Il basilico (Ocimum basilicum) è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, normalmente coltivata come pianta aromatica. Il nome deriva dal latino medievale basilicum, con origine dal greco basilikon (phyton) (“pianta regale, maestosa”), da basileus “re”. Cresce bene quando il sole è abbondante e la temperatura è compresa tra 20 e 25 °C e non sopporta temperature inferiori a 10 °C. Gradisce annaffiature frequenti, ma con terreno ben drenato, poiché i ristagni idrici sono dannosi per le radici. Si coltiva negli orti o in vaso. Il periodo di fioritura è compreso tra giugno e settembre. Le piante di basilico devono essere cimate regolarmente, eliminando gli apici vegetativi e i fiori, per consentire una crescita rigogliosa e per allungare il ciclo vitale, che si conclude con la produzione di semi. Sugli steli lasciati a fiorire, la crescita delle foglie rallenta e si arresta, il fusto diventa legnoso e la produzione dell’olio essenziale che produce il profumo diminuisce.
Originario dell’India, il basilico è tipicamente utilizzato nella cucina italiana e in quella asiatica, soprattutto a Taiwan, in Thailandia, in Vietnam, in Cambogia e nel Laos, grazie al profumo pronunciato delle sue foglie, che può essere più o meno dolce o pungente a seconda della varietà. Sono state classificate circa 60 varietà e cultivar di O. basilicum, che si differenziano per aspetto e aroma.

In cucina, il basilico va usato fresco e aggiunto ai piatti all’ultimo momento. La cottura attenua rapidamente il suo sapore fino a neutralizzarlo, lasciando poco del suo profumo. Quando viene essiccato, perde completamente il suo sapore, lasciando un leggero profumo di fieno .Può essere pestato in un mortaio per rompere le cellule che contengono l’olio essenziale, liberandone l’aroma. Può essere conservato in frigorifero per qualche giorno, avvolto in un telo da cucina. Le foglie congelate, invece, mantengono il loro aroma per diversi mesi.